24 aprile 2014

Una domenica al Brilli Peri

In onore dell'Aquila Montevarchi, vincitrice del campionato di I°a categoria, e di Prisma Sport, giunto con questo al 1.000° post pubblicato!



Mi ricordo ancora il sapore che aveva la domenica pomeriggio allo stadio Brilli Peri. Quel tiepido sole d’inverno, che a malapena scaldava il vetro della macchina, riusciva a convincermi che con un cappellino ed una sciarpa rossoblu non avrei sentito freddo. Tanta era la voglia di andare a vedere il Monte, che una sana giubbata di freddo poteva tranquillamente passare in secondo piano. Ad onor del vero, oltre alla passione per il Montevarchi, allora non curavo tanto il freddo come oggi! Sarà stata la giovane l'età, ahimè! 
Era mio zio a portarmi allo stadio. Non credo lo facesse per un amore sconfinato nei miei confronti, piuttosto perché doveva portare mio cugino (grande Cugio!), che magari in mia compagnia gli avrebbe “rotto” un po’ di meno. Infatti, una volta entrati allo stadio, non avevamo bisogno di nessuno, ci bastava vedere i giocatori riscaldarsi, i portieri provare le loro uscite sui cross laterali e le riserve scherzare fra di loro saltellando nel più improbabile dei “torelli. 
Quando la terna arbitrale spuntava dal sottopassaggio, soffermandosi un attimo in attesa che la fila dei giocatori alle loro spalle si fosse ricompattata prima dell’entrata teatrale in campo, iniziava un pomeriggio ricco di emozioni. Era quel pizzico di adrenalina che attanagliava la bocca dello stomaco e che oggi sento più di rado. Si manifestava, soprattutto, poco prima dell’inizio dell’incontro, quando i giocatori trotterellavano in fila indiana dietro l’arbitro verso il centro del campo, per poi schierarsi di fronte alla tribuna e con un gesto ormai consueto della mano, salutare il pubblico presente. Avrei pagato non so quanto per essere uno di loro, o forse no, non avrei resistito a tanta pressione e mi sarei nascosto dentro la borsetta del massaggiatore, ben rimpiattato fra il ghiaccio spray e la borraccia dell’acqua dei miracoli!

Una cosa per cui non potevo assolutamente rinunciare alle partite al Brilli Peri, erano le patatine fatte a forme di rotella in vendita nel bar sotto la tribuna centrale! Erano delle patatine fritte, ad onor del vero fritte e rifritte, vendute in un sacchetto stretto e lungo che divoravo durante il secondo tempo della partita. 
Ricordo come non perdessi neanche un minuto di tutti quei particolari che precedevano l’inizio di un incontro. Mi piaceva perfino vedere la palla rimbalzare quando nel riscaldamento provavano i passaggi sullo stretto. Mi affascinava, e mi affascina tutt'oggi, l’atmosfera che si respira in uno stadio: la palla che rimbalza e rotola sul verde manto erboso, le piccole zolle di terra che spesso si alzano dal suolo dopo un affondo pesante, lo spettacolo cromatico delle squadre allo scendere in campo e la passione cantata nei cori dei tifosi.
Ha un sapore particolare rivedere una maglia di una squadra di calcio di stagioni passate, riconoscere in base allo sponsor a che anno risalga e di conseguenza provare a ricordare chi facesse parte di quella stagione  e le gesta compiute. Rivedere nella propria mente vecchie azioni, epiche reti segnate e titoli conquistati è come emozionarsi una seconda volta. Sensazioni, colori e profumi che riaffiorano nella mente come dolci ricordi lasciati dal tempo. 
Cominciata la partita avrei voluto avere due occhi in più per non perdere neanche un cm quadrato di tutto ciò che accadeva in campo. Un occhio fisso sul pallone e l’altro a scrutare, come una telecamere indiscreta, i movimenti dei protagonisti lontani dall’azione. Cercare di anticipare i movimenti senza palla che avrebbero fatto i giocatori mi aiutava a capire lo sviluppo dell'azione. Quanto fiato ci vuole, però: capisco perché non ho avuto successo come calciatore (oltre ad non avere proprio due piedini di fata!).
Non mi perdevo neanche una parola delle grida degli spettatori seduti nel mio settore. Trattenevo a stento le risate quando persone di una certa età apostrofavano l’arbitro nei modi più incredibili! Tutti d'accordo nel ritenere come anche quest'aspetto faccia parte del gioco calcio, magari sotto la voce "fenomeno di costume sociale". Quello che rappresenta il calcio da noi. Ebbene il Brilli Peri non era certo immune da questo fenomeno; per fortuna aggiungo io!
Non tutti gli spettatori rientravano nella categoria “beceri”, c’era anche qualche convinto intenditore di calcio che ad ogni azione non perdeva l’occasione per ribadire come il suo modulo di gioco sarebbe stato stato migliore di quello del mitico “Lupo” Balleri. Si accendevano, così, accaniti dibattiti su come il povero laterale, che sfortunatamente passava sotto la tribuna, dovesse convergere al centro oppure restarsene largo e magari, perché no, con un tiro da metà campo sotto l’incrocio portare in vantaggio la gloriosa Aquila. Terminata la partita avrei potuto tranquillamente iscrivermi al corso allenatori di Coverciano, tante erano le nozioni apprese.  
L’apoteosi della mia domenica era il momento del goal del Monte. Una gioia collettiva che contagiava tutti: giovani, meno giovani, anziani, donne (che spettacolo!) e bambini! Una volta accadde un vero e proprio miracolo, quando un mio carissimo amico, in carrozzina in seguito ad un incidente, al colpo di testa vincente di Scattini si alzò in piedi come sospinto da un’ondata incontenibile di entusiasmo, tale da regalargli la forza di imitare il gesto del difensore rossoblu. Il goal era per me il momento di liberazione della settimana, un momento tanto atteso che alla fine arrivava puntuale come la domenica, uno sfogo incontenibile che mi rendeva, e rende ancora oggi, orgoglioso di tifare per la mia squadra. Non importava se il goal era il pareggio o il vantaggio, quello che mi colpiva era la follia contagiosa sugli spalti che non lasciava immune proprio nessuno. Stimati professionisti in giacca e cravatta che si lasciavano andare ai gesti più inconsulti, signore di una certa età che urlavano la propria gioia scaraventando per aria tutto quello che li capitava a tiro, figli compresi con biberon al seguito!
Questo era il Brilli Peri la domenica pomeriggio di molti, forse troppi, anni fa. 

P.S. Se qualcuno dovesse sapere dove posso trovare le patatine fritte a forma di rotella, per favore mi scriva! Grazie!

2 commenti:

  1. Onore all'Aquila e grazie Prisma! Per la costanza, l'attaccamento, l'imprinting che hai dato a questo spazio virtuale e i bei ricordi che pezzi come questo riportano alla mente!

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  2. Cugio! Il tempo passa...e ci vuole tanto coraggio per affrontarlo! Non mi stancherò mai di seguire la Ginestra, magari se l'anno prossimo cambio lavoro e vinciamo qualche partita in più sono anche più contento!
    Un abbraccio

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